“Senza percezione di alterità e di dislocazione spazio-temporale, non c’è propriamente viaggio. L’alterità struttura il viaggio in due modi diversi. Essa può costituire il momento indispensabile del passaggio circolare da un’identità iniziale alla stessa identità che si ritrova finalmente presso se stessa dopo le peripezie del viaggio (viaggio circolare), ma può anche rappresentare un’uscita dalla propria identità senza più un ritorno preciso (viaggio lineare). L’odissea di Ulisse rappresenta in certo modo il viaggio circolare, espressione di un mondo chiuso, finito. Qui il viaggio è sempre un partire da casa e un tornare a casa, e il vissuto del viaggio si esprime anche nel sentimento della lontananza dalle proprie radici. Il viaggio è qui diverso dal vagabondaggio, perché non è un andare senza meta. Il rientrare presso se stessi è altrettanto importante quanto il partire, partire che si concepisce sempre come momentaneo e provvisorio.”
Da “La filosofia del Viaggio” di Franco Riva
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